Carlo Cottarelli: Leggere è il nostro investimento per il futuro

di Raffaella De Santis

Leggere non è solo svago, è un investimento per il futuro, un capitale che crea ricchezza e migliora la qualità della società. Se a dirlo è Carlo Cottarelli, professore di Fiscal Macroeconomics alla Bocconi, anni al Fondo monetario internazionale e ora direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano, c’è da crederci. Chi parla è abituato a ragionare stando ai fatti e ai numeri.

Sono proprio i dati scofortanti sulla lettura nel nostro paese ad aver convinto Cottarelli a impegnarsi in prima linea ideando una campagna social di promozione che prende il via oggi. Il titolo, suggerimento di Ferruccio De Bortoli, è molto bello e sarà un hashtag da cercare e rilanciare su Twitter e Instagram: #AttenzioneLaLetturaCreaIndipendenza.

Messaggi chiari e brevi video di 30 secondi affidati a attori, intellettuali, imprenditori, giornalisti, personaggi dello spettacolo e dello sport. Da Romano Prodi e Mario Monti a Tito Boeri e Massimo Cacciari, da Carlo Verdone e Paola Cortellesi a Serena Dandini e Selvaggia Lucarelli. “Mondi diversi – spiega Cottarelli – perché la lettura è trasversale, non conosce steccati”.

L’intuizione qualche giorno fa. Una domenica pomeriggio mentre è a casa per il lockdown, Cottarelli scrive un tweet per invitare a leggere di più non immaginando di raccogliere tanti like (oltre 8700 dal 14 novembre). La cosa lo fa riflettere. “Purtroppo assistiamo al predominio di una certa superficialità nel processo di formazione delle opinioni, bisogna invece cercare di dissociarsi, leggere, informarsi”. Sulle bufale, che oggi si chiamano fake news, Cottarelli ha scritto un libro schietto e illuminante, Pachidermi e pappagalli (Feltrinelli).

Ecco intanto la lista dei personaggi che inaugureranno con i loro video la campagna sulla lettura: Romano Prodi; Mario Monti, Ferruccio De Bortoli, Giovanni Floris, Licia Colò, Monica Guerritore, Roberto Zaccaria, Myrta Merlino, Marco Tardelli, Francesco Gabbani, Bruni Vespa, Milena Gabanelli, Massimo Giletti, Andrea Illy, Oscar Farinetti, Gianna Schelotto, Paola Pitagora, Veronica Pivetti, Beppe Severgnini, Tito Boeri, Luciana Littizzetto e Fabio Fazio, Ignazio Visco, Paola Cortellesi, Carlo Verdone, Dori Ghezzi, Gioele Dix, Massimo Cacciari, Neri Marcorè, Sergio Romano, Serena Dandini, Selvaggia Lucarelli, Brunello Cucinelli, Santo Versace, Roberto Vecchioni, Piero Angela.

L’indipendenza a cui allude l’hashtag è la libertà di pensiero?
“Certo, altrimenti si finisce col ragionare con la pancia e si diventa dipendenti da chi mette in giro messaggi fuorvianti. La lettura di un libro richiede impegno e questo sforzo obbliga a pensare, ci rende indipendenti”.

L’Italia in quanto a lettori è il fanalino di coda dell’Europa, come se lo spiega?
“Non so perché ma è vero, siamo uno dei paesi in Europa che legge meno. Non è un buon segnale, bisogna cercare di cambiare. Tra i libri e la Rete ci può essere una sinergia: i social danno messaggi rapidi, i libri aiutano a sviluppare un pensiero più complesso”.

Per un uomo come lei che lavora sui numeri e sulle statistiche, la lettura che posto occupa nel valutare lo stato di salute di un paese?
“Negli ultimi vent’anni siamo il fanalino di coda sia dal punto di vista economico che dal punto di vista della lettura. In ogni caso credo che bisogna guardare avanti, al futuro. C’è un’espressione inglese che mi piace molto: “history is not destiny”, la storia non è il destino. Possiamo cambiare, guai a pensare il contrario”.

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