La crisi delle librerie: dati, critiche e proposte

Su VP Plus, il quindicinale online gratuito del bimestrale Vita e Pensiero, si è tenuto da marzo ad aprile un lungo e articolato dibattito sulla crisi delle librerie tra Amazon e corona virus che inizia con l’articolo della docente di editoria Paola Di Giampaolo; a seguire la voce dei librai, quella dei promotori, quella dei giornalisti, con Paolo Di Stefano e Luigi Mascheroni, per finire con un lettore speciale, Ferruccio Parazzoli, che iniziò la sua carriera grazie a una libreria, e il decalogo della libreria ideale stilato dagli studenti universitari. Completano il dibattito le opinioni di studiosi come Giuliano Vigini ed Edoardo Barbieri. Di seguito un riepilogo del dibattito con i rimandi al singolo articolo.

I DATI E L’ANALISI, LE PROSPETTIVE

Il 7 marzo VP Plus ha pubblicato l’articolo Librerie addio, tra Amazon e Coronavirus? di Paola Di Giampaolo a proposito di un tema tanto ricorrente quanto spesso trattato con superficialità: la crisi delle librerie. Se molti puntano il dito contro Amazon e la crescita delle novità, ora anche il virus si aggiunge alla lista dei colpevoli. Con l’analisi puntuale di dati e tendenze, la docente di editoria dei Master dell’Università Cattolica prova a fare chiarezza: «non esistono buoni o cattivi. Esistono canali di vendita che rispondono alle esigenze diverse – e tutte legittime – di lettori diversi in diversi momenti della loro vita e della loro giornata».

LA VOCE DEI LIBRAI

La piccola libreria indipendente

Ilaria Crotti, libraia alla falsoDemetrio di Genova, di fronte alla chiusura di molte librerie indipendenti mette in luce l’impegno e la passione di chi vende libri. Un lavoro che, ben esercitato, va ben oltre il semplice esercizio commerciale. Come spiega nel lungo articolo Essere un libraio indipendente nel duemilaventi: «quando si gestisce una libreria indipendente innanzitutto si studia, sempre, e si ascolta, molto. Serve a mantenere viva la passione, l’impegno e la costanza».
(P.s. In questo periodo di chiusura Covid, Ilaria ha lanciato le recensioni flash online sulla sua pagina facebook, date un’occhiata…https://www.facebook.com/falsoDemetrio/)

La catena Ubik

Anche Barbara Sardella, Responsabile Eventi delle Librerie Ubik, nell’articolo La crisi delle librerie sottolinea l’importanza del rapporto con il territorio per la diffusione della lettura, e le conseguenze nefaste della chiusura di un mercato già in crisi, ma anche le numerose iniziative messe in atto dai librai sui social, come letture a domicilio e presentazioni in streaming. Una creatività che ci ricorda che «le librerie sono [innanzitutto] presidi culturali, dei luoghi (fisici e non) di cui abbiamo bisogno, dove le persone possono incontrarsi, creare un dibattito e condividere esperienze».

La libreria del futuro? Il commento di Vigini

«Prescindendo dal contesto attuale di chiusura […] quello che oggi dovremmo domandarci è che tipo di modello di libreria servirebbe per il futuro» replica Giuliano Vigini, esperto di editoria e mercato del libro dell’Università Cattolica. Basta un negozio che tenga un po’ tutto, soprattutto le novità in classifica a soddisfare quel 20% che tiene in piedi l’80% del mercato? O servono scelte più coraggiose e rischiose? Da leggere l’analisi del professore Librerie: quale futuro che cura da anni una rubrica sul Corriere sui numeri dell’editoria e che raccoglie in tempo reale dati e innovazione (e anche i commenti dei politici, vedi l’intervento di Renzi di cui si parla nell’articolo).

I PROMOTORI

Pde: Il posto della promozione

Paolo Soraci, responsabile comunicazione e ufficio stampa PDE, è sempre più convinto che sarà la promozione a giocare un ruolo chiave nel superamento della crisi del mercato librario che si è acuita con l’emergenza Covid: «nei confronti dei giganti del retail che usciranno da questa crisi ancora più giganteschi, sarà la massa critica riassunta dalla promozione a porre come soggetto unico l’insieme degli editori».

Promedi: Leoni in gabbia

E se il lavoro dei promotori è stato letteralmente stravolto dalla chiusura, c’è chi è convinto che sia importante sfruttare al meglio questa pausa, come Fabio Abate, direttore Promedi e docente di Promozione editoriale al Master BookTelling in Università Cattolica. «Questo è il momento per studiare e aumentare le proprie competenze» scrive Abate su VP Plus «prepararsi a un futuro nuovo e diverso, che richiederà un ulteriore salto in avanti. E allora ci si rimbocca e maniche e si migliora l’utilizzo dei programmi di calcolo, si studiano i nuovi sistemi informatici della distribuzione, ci si inventa nuovi metodi per la promozione a distanza e si mantengono vivi, vivissimi, i rapporti con i librai indipendenti che in questa crisi appaiono l’anello più esposto ma che nessun promotore abbandonerà mai».

Emme promozione: A rivederci

Anche Mauro Frigerio, responsabile operativo di Emme Promozione, è d’accordo: oggi più che mai «dobbiamo creare occasioni di relazione, vicinanza, solidarietà e sostegno, fare passare il concetto, in cui noi crediamo profondamente, che le varie parti della filiera sono e devono essere tra loro legate in un rapporto di partnership, reciproco aiuto e positiva complicità», con anche un sostegno tecnico. Sperando sempre nel rivedersi il più presto possibile.

IL GIORNALISMO CULTURALE

Tanti inserti culturali, come orientarsi? Il commento di Barbieri

«C’è un punto centrale del discorso che mi pare utile sottolineare» commenta Edoardo Barbieri, direttore dei Master di editoria dell’Università Cattolica, «la necessità di un’informazione ben fatta sulla produzione editoriale». Il professore di Storia del Libro dell’Università Cattolica nel suo articolo La necessità di una buona informazione sui libri solleva un problema centrale nella connessione tra libro e lettore, la necessità di un buon giornalismo culturale, che sappia orientare i lettori sempre più disorientati di fronte al maremagnum di prodotti editoriali in commercio.

Paolo Di Stefano del Corriere delle Sera

Entra nel vivo della questione lo scrittore e giornalista del “Corriere della Sera” Paolo Di Stefano nell’articolo Tutti felicemente in crisi che illustra lucidamente la crisi delle pagine culturali: «La stroncatura è morta, purtroppo. C’è una complicità, un brodo comune, insapore, che nuoce a tutti: agli editori, agli autori, ai lettori e ai giornali stessi». Eppure, secondo il giornalista un antidoto efficace per superare questa crisi, c’è: «distinguersi».

Luigi Mascheroni del Giornale

Ottimista Luigi Mascheroni de “Il Giornale”, convinto che librerie non spariranno perché solo «lì l’imprevedibilità del contatto fisico si prende la rivincita sul predefinito dell’ordine online», solo curiosando tra gli scaffali, scrive nell’articolo Le librerie non spariranno «si trova ciò che non si sapeva neppure esistesse».

I LETTORI, VECCHI E GIOVANI

Un lettore speciale, Ferruccio Parazzoli: la libreria parla

Tutto comincia lì. “Vagabondando” tra le librerie un giovanissimo Ferruccio Parazzoli sogna un futuro da scrittore e il proprio nome in vetrina. Incontrando ogni giorno, tra gli scaffali, “amici” di ieri e di oggi, magari «lontani, ma che parlano attraverso la voce dei loro libri» Parazzoli sogna far arrivare la propria voce alle orecchie di altri lettori. Perché, scrive Parazzoli «la libreria parla. È un polso vivo della situazione culturale ed economica del Paese».

Il decalogo della libreria ideale per gli under 30

Le voci della libreria non sono solo quelle degli autori che la popolano, ma anche quelle dei librai che la vivono ogni giorno, quella degli editori, dei promotori e dei giornalisti e di tutte le figure che compongono la filiera del libro. E se la libreria è prima di tutto la «casa dei lettori» è proprio con la loro voce, quella di 50 giovani lettori studenti dei Master “Booktelling” e “Professione editoria” dell’Università Cattolica, che si è concluso questo dibattito, dando spazio, con un piccolo decalogo, al loro sogno di Libreria Ideale.

Fonte: rivista.vitaepensiero.it